L'afasia (dal greco ἀφασία mutismo) è la perdita della capacità di comporre o comprendere il linguaggio, dovuta a lesioni alle aree del cervello deputate alla sua elaborazione. Non rientrano nelle afasie quindi i disturbi del linguaggio causati da deficit sensoriali primari (per es. nel paziente ipoacusico), da deficit intellettivi, da disturbi psichiatrici o da debolezza dell'apparato muscolo-scheletrico, per es. disfonia
Significa che una lesione encefalica colpisce il centro di Broca, della "parola parlata", per cui iI discorso è disartrico, non fluente, faticoso, interrotto da molte pause alla ricerca delle parole e in genere anche disartrico fino alla afasia completa. E' povero di parole funzionali ma ricco di nomi e verbi di significato appropriato. L'ordine anomalo delle parole e l'utilizzo inappropriato di morfemi legati (terminali delle parole usati per determinare tempi verbali, possesso o plurali) generano il caratteristico agrammatismo. Il discorso è telegrafico e vigoroso ma alquanto informativo.
Per approfondire il tema dell'afasia:
cfr Afasia
Nel seguente passaggio, un paziente affetto da afasia di Broca, mentre il medico gli chiede come stia, egli descrive la sua storia medica: "Vedo... il dotare, dotor mi ha mandato... Bosson. Vai a ospedale. Dotare... mi tiene vicino. Due, te giorni, dottore mi manda a casa". La produzione può essere ridotta a un grugnito o a una singola parola ("sì" o "no"), che vengono emessi con differenti intonazioni nel tentativo di esprimere approvazione o disapprovazione. Oltre alla fluenza, anche la denominazione e la ripetizione sono compromesse. La comprensione del linguaggio parlato è intatta, fatta eccezione per quelle frasi difficili dal punto di vista sintattico con costruzioni passive o con indicazioni sottointese. La comprensione della lettura è anch'essa preservata con l'eccezione occasionale di un'incapacità specifica di leggere piccole parole grammaticali come congiunzioni o pronomi. Queste due ultime caratteristiche indicano che l'afasia di Broca non è solamente un disturbo "espressivo" o "motorio" e che può anche comportare un lieve deficit di comprensione per la funzione delle parole e della sintassi.
I pazienti affetti da afasia di Broca possono essere facili al pianto, facilmente frustrati e profondamente depressi. La consapevolezza della loro condizione è intatta, in contrasto a quanto avviene nell'afasia di Wernicke. Anche quando il linguaggio spontaneo è severamente disartrico, il paziente può essere in grado di fornire un'articolazione relativamente normale delle parole quando canta. Questa dissociazione è stata usata per sviluppare specifici approcci terapeutici (terapia di intonazione melodica) per l'afasia di Broca. Ulteriori deficit neurologici presenti generalmente includono ipostenia facciale destra, emiparesi o emiplegia e aprassia buccofacciale caratterizzata dall'incapacità di portare a termine comandi motori che prevedono l'utilizzo della muscolatura orofaringea e facciale (per es., i pazienti sono incapaci di spegnere un fiammifero soffiando o di succhiare con una cannuccia). I campi visivi sono intatti.
La causa è, nella maggior parte dei casi, da ricercare in un infarto dell'area di Broca, la circonvoluzione frontale inferiore e della corteccia perisilviana anteriore e insulare che la circonda, dovuto a un'occlusione della ramificazione superiore dell'arteria cerebrale media. Lesioni occupanti spazio come tumori, emorragie intraparenchimali o ascessi possono anch'esse essere responsabili. Piccole lesioni confinate alla parte posteriore dell'area di Broca possono dare un deficit spesso reversibile dell'articolazione del discorso di tipo non afasico, i n genere accompagnato da ipostenia facciale di grado lieve. Quando la causa dell'afasia d i Broca è un ictus, i l recupero della funzione linguistica in genere ha un picco entro 2-6 mesi, tempo dopo il quale gli ulteriori progressi sono limitati.
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