Infezioni da adenovirus

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Gli adenovirus

Schema adenovirus Gli adenovirus sono virus complessi a DNA, con diametro di 70-80 nm. Gli adenovirus umani appartengono al genere Mastadenovirus, di cui si riconoscono attualmente 47 sierotipi. Essi hanno una morfologia caratterizzata da un rivestimento icosaedrico formato da 20 triangoli equilateri e 12 vertici. Il rivestimento proteico (capside) consiste di subunità detti esoni, con determinanti antigenici gruppo-specifici e tipo-specifici, nonché di subunità chiamate pentoni, situate in corrispondenza di ogni vertice.Ognuna di queste subunità contiene soprattutto antigeni gruppo-specifici. Da ogni pentone si estroflette una fibra con un nodo a una estremità, contenente antigeni tipo-specifici e alcuni altri gruppo-specifici. Gli adenovirus sono stati suddivisi in 6 sottogruppi (dalla A alla F) in base alla omologia di sequenza del genoma e di altre proprietà. Il genoma degli adenovirus è formato da una molecola lineare di DNA a doppio filamento che codifica per polipeptidi sia strutturali sia non strutturali. Il ciclo replicativo degli adenovirus può sia dar luogo a un'infezione litica delle cellule, sia stabilire un'infezione latente (a carico soprattutto delle cellule linfoidi). Alcuni tipi di adenovirus possono indurre una trasformazione oncogenica ed è stata osservata la formazione sperimentale di neoplasie nei roditori; nonostante ricerche assai intense, gli adenovirus non sono mai stati associati a tumori nell'uomo.

Epidemiologia

Le infezioni da adenovirus si verificano più spesso in lattanti e bambini, manifestandosi durante tutto l'arco dell'anno, ma soprattutto dall'autunno alla primavera. Studi su ampia scala hanno dimostrato che gli adenovirus causano il 3-5% delle infezioni respiratorie acute nei bambini; quelle degli adulti sono meno frequenti, rappresentando meno del 2% delle malattie respiratorie nella popolazione civile. Il 100% circa degli adulti ha anticorpi sierici contro diversi sierotipi, il che indica che l'infezione è comune durante l'infanzia. I sierotipi 1, 2, 3 e 5 sono quelli più frequentemente isolati da bambini, mentre alcuni sierotipi, soprattutto il 4 e il 7, ma anche il 3, il 14 e il 21, sono associati a epidemie invernali e primaverili di malattie respiratorie acute in reclute militari. La trasmissione dell'infezione da adenovirus si può verificare sia per inalazione del virus aerosolizzato, sia per inoculazione nel sacco congiuntivale e, probabilmente, anche per via orofecale. Dopo l'infezione si sviluppano di norma anticorpi tipo-specifici che conferiscono una protezione verso l'infezione da parte dello stesso sierotipo.

Manifestazioni cliniche

Nei bambini gli adenovirus provocano molteplici sindromi cliniche. La più comune è un'infezione del tratto respiratorio superiore accompagnata da una intensa rinite. Talvolta si possono osservare patologie a carico del tratto respiratorio inferiore, come bronchiolite e polmonite. Gli adenovirus, soprattutto i sierotipi 3 e 7, provocano la febbre faringocongiuntivale, una malattia acuta febbrile caratteristica dei bambini che si presenta per lo più in forma di epidemie, specie durante i campeggi estivi. Questa sindrome è caratterizzata da una congiuntivite bilaterale, con un aspetto granulare della congiuntiva palpebrale e bulbare; sono inoltre presenti febbricola (per i primi 3-5 giorni), rinite, faringodinia e linfoadenopatia laterocervicale. La malattia dura in genere 1-2 settimane e si risolve poi spontaneamente. Anche la faringite febbrile senza congiuntivite è stata messa in relazione con un'infezione da adenovirus. Gli adenovirus sono stati inoltre isolati da soggetti con pertosse, in presenza o meno di Bordetella pertussis: il significato del virus in questo quadro clinico resta imprecisato. Negli adulti la malattia più frequentemente segnalata è la cosiddetta "malattia respiratoria acuta", causata nelle reclute militari dagli adenovirus di tipo 4 e 7. Questa malattia è contrassegnata da una marcata faringodinia e dal graduale innalzarsi della temperatura, che raggiunge spesso al secondo o terzo giorno di malattia i 39 °C. La tosse è quasi costantemente presente, associata a corizza e a linfoadenopatia regionale, mentre all'esa­me obiettivo si rilevano edema ed eritema faringei, con tumefazione tonsillare, senza o con scarso essudato; qualora sia pre­sente una polmonite, l'auscultazione del torace e le radiografie possono consentire di evidenziare infiltrati sparsi. Gli adenovirus sono stati anche associati a malattie non re­spiratorie, quali gastroenterite in bambini piccoli (sierotipi 40 e 41) e cistite emorragica (sierotipi 11 e 21); la cheratocongiuntivite epidemica, provocata per lo più da adenovirus di tipo 8, 19 e 37, è stata correlata alla diffusione dell'agente virale a partire da sorgenti di contaminazione comuni, quali soluzioni oftalmiche o asciugamani a rotolo. Gli adenovirus sono inoltre responsabili di malattia disseminata e polmonite in pazienti immuno-depressi, inclusi individui colpiti dalla sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) e soggetti sottoposti a trapianto d'organo o di midollo.

Dati di laboratorio e diagnosi

L'infezione da adenovirus deve essere sospettata in presenza di un'epidemia concla­mata di malattia respiratoria acuta o di sindromi come la febbre faringocongiuntivale o la cheratocongiuntivite epidemica. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le malattie provocate dagli adenovirus non possono essere differenziate da quelle provocate da numerosi altri agenti virali che colpiscono il sistema respiratorio o da Mycoplasma pneumoniae. Una diagnosi de­finitiva di infezione da adenovirus viene posta in base alla positività delle colture virali ottenute da tamponi congiuntivali e orofaringei, oppure da espettorato, urine e feci. Nelle colture cellulari il virus viene evidenziato in base al suo effetto citopatico e l'identificazione viene specificamente ottenuta con l'immunofluorescenza o con altre tecniche immunologiche. I sierotipi 40 e 41, responsabili di sindromi diarroiche nei bambini, richiedono speciali colture tissutali per l'isolamento; questi sierotipi sono più comunemente evidenziati mediante ELISA di tipo diretto sulle feci. L'incremento degli anticorpi sierici può essere documentato con il test di fissazione del complemento, il test di neutralizzazione, il test ELISA o con quello radioimmunologico; le prove di inibizione dell'emoagglutinazione possono essere effettuate per quegli adenovirus che agglutinano i globuli rossi.

Terapia

Nelle infezioni da adenovirus è proponibile soltanto una terapia sintomatica e di supporto, non essendo disponibili farmaci antivirali clinicamente utili. Sono stati sviluppati, contro gli adenovirus di tipo 4 e 7, vaccini con virus vivi, ampiamente utilizzati per il controllo di questa infezio­ne nelle reclute militari. Questi vaccini sono composti di virus vivi, non attenuati, somministrati attraverso capsule enterosolubili. In effetti, l'infezione del tratto gastroenterico con i sierotipi 4 e 7 non causa malattia, ma stimola la produzione di anticorpi locali e sistemici che proteggono da successive possibili affezioni respiratorie acute provocate da questi  stessi sierotipi. Sono attualmente in fase di sviluppo alcuni vaccini preparati con subunità purificate di adenovirus.

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