Adenoidite acuta

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Nell'età infantile assumono particolare importanza i processi infiammatori acuti e cronici che interessano un organo contenuto nel rinofaringe, essenzialmente costituito da tessuto linforeticolare ed indicato come tonsilla faringea, tonsilla di SANTORINI-LUSHKA, vegetazioni adenoidi. La tonsilla laringea è costituita da tessuto linforeticolare, in parte diffuso ed in parte nodulare, raccolto in corrispondenza della parete posteriore e, superiore  nel rinofaringe. Essa raggiunge in avanti le coane, posteriormente il tubercolo faringeo, lateralmente la fossetta di ROSENMULLER e l'orifizio faringeo della tuba. Questo ammasso di tessuto linforeticolare rinofaringeo, si esprime, macroscopicamente, in una formazione allungata, costituita da rilievi paralleli, separata da solchi regolari che si irradiano da una depressione mediana, che prende il nome di borsa faringea di TORNWALDT. Anche la mucosa della tuba, nella parte situata in prossimità del rinofaringe, può contenere tessuto linforeticolare in quantità variabile. Questo ammasso di tessuto linforeticolare è rivestito da epitelio piatto pluristratificato in corrispondenza delle parti rilevate e di tipo cilindrico vibratile a livello dei solchi. La tonsilla faringea, evidente soprattutto nel bambino, va presto incontro ad un processo di involuzione fisiologica: normalmente scompare verso i 9-12 anni di età.

Processi infiammatori acuti

La tonsilla faringea (cfr anche tonsillite) è sede di processi infiammatori acuti che si accompagnano spesso ad analoghe manifestazioni a carico della tonsilla palatina di cui ripetono anche l’etiologia. Le adenoiditi acute insorgono di solito per virulentazione di batteri, ospiti abituali del cavo, a seguito di malattie infettive o perfrigerazioni. Talvolta seguono a riniti acute e possono avere etiologia virale.

Adenoidite acuta e sue complicanze Adenoidi

L'adenoidite acuta inizia con  febbre che in poco tempo raggiunge e supera i 40° C. La respirazione è rumorosa: per l'ostruzione nasale essa si attua prevalentemente per via orale. Coesiste sempre una netta rinolalia chiusa posteriore.

Durante il sonno i piccoli pazienti sono agitati e russano. Nelle forme purulente, la rinopiorrea è inversamente proporzionale alla quantità di essudato che scende in oro- ed ipo-faringe. Nel lattante la suzione è notevolmente ostacolata e talvolta -impossibile. Spesso i piccoli pazienti lamentano otodinia con ipoacusia soggettiva per fatti trasudatizi della cassa timpanica secondari all'ostruzione tubarica causata sia dall'aumento di volume della tonsilla faringea, sia dalla presenza in rinofaringe di abbondante secrezione. Coesiste molto spesso una reazione linfonodale laterocervicale; talvolta si scatenano crisi convulsive, mentre le manifestazioni spastiche laringee ed eventualmente anche la laringite acuta ipoglottica | possono complicare notevolmente il quadro morboso.

La terapia

L’adenoidite acuta è spesso associata ad analogo processo a carico della tonsilla palatina. La sintomatologia obiettiva tonsillare, che verrà illustrata in un successivo capitolo, si sovrappone in questi casi alle manifestazioni obiettive legate al processo adenoiditico, costituite da un'abbondante discesa di secrezione muco-purulenta o purulenta dal rinofaringe e da secrezione ristagnante nella parte posteriore delle cavità nasali. All'esame otoscopico la membrana timpanica è ispessita e diffusamente iperemica. L'affezione dura di solito pochi giorni. In alcuni casi la febbre cade per crisi entro le prime 48 ore; nelle forme accompagnate da abbondante secrezione purulenta la temperatura scende progressivamente nel giro di 4-5 giorni.

E' basata sull'impiego degli antibiotici e dei sulfamidici; il trattamento deve essere proseguito per almeno 5-6 giorni al fine di evitare ricadute a breve distanza di tempo. Si rivela utile in questi casi l'impiego per via aerosolica o per via topica nasale di soluzioni a base di antibiotici, corticosteroidei e vasocostrittori. L'otodinia può essere notevolmente attenuata con instillazioni auricolari di soluzioni contenenti piccole quantità di anestetico. Nella terapia delle infezioni recidivanti senza segni o sospetti di complicanze è molto utile la terapia farmacologica con farmaci immunostimolanti ed antilinfatici e la terapia aerosolica o inalatoria da eseguire con idonei strumenti con farmaci specifici o con acque termali eseguita. Molto utili, in particolare nella terapia delle forme adenoiditiche e delle complicanze a carico dell'orecchio (tubariti, otiti siero mucose), sono le terapie termali con acque sulfuree mediante aerosol nasali, insufflazioni tubariche e inalazioni.

Le complicanze delle adenoiditi

Sono costituite dall’otite media purulenta, per propagazione dell'infezione attraverso, la tuba di EUSTACHIO, dalla broncopolmonite. per discesa di materiale purulento nelle vie aeree inferiori e dall''adenoflemmone retro-faringeo. Nel bambino, sino all'età di due anni, la parte più alta dello spazio : retro-faringeo contiene alcuni piccoli linfonodi, pari e simmetrici, conosciuti come linfonodi di GILLETTE. Ad essi giunge una parte dei collettori linfatici della mucosa nasale e del rinofaringe. Essi di solito si atrofizzano e scompaiono nel 2° anno di vita. L’adeno-flemmone retro-faringeo segue di solito ad una banale rinite, ma più spesso ad un'adenoidite acuta e si sovrappone con i suoi sintomi al quadro clinico iniziale. La disfagia costituisce il sintomo più allarmante; il lattante non ha possibilità di nutrirsi, tenta di aggrapparsi al seno, ma immediatamente se ne distacca; il latte fuoriesce dalla bocca o penetra nelle vie respiratorie, provocando tosse, vomitò, cianosi. La dispnea compare in genere in un secondo tempo ed è in parte dovuta all’ostacolo meccanico prodotto dall'adeno-flemmone, in parte a fatti spastici riflessi, che possono condurre fino all’apnea. Obiettivamente la parete posteriore dell'orofaringe, a vario livello, si presenta sollevata ad opera di una tumefazione di consistenza variabile in rapporto all'evoluzione anato-mo-patologica del processo morboso. L'adeno-flemmone retro-faringeo può aprirsi spontaneamente causando conseguenze addirittura mortali per la possibile inondazione delle vie aeree inferiori. Per quanto riguarda la diagnosi differenziale, bisogna ricordare che questa affezione si osserva esclusivamente nel lattante poiché i linfonodi di GILLETTE si atrofizzano e scompaiono nel 2° anno di vita. Nei bambini e negli adulti possono aversi flemmoni diffusi dello spazio retro-faringeo, sostenuti per lo più da germi anaerobi.

 

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