Il PSA è un antigene organo-specifico, glicoproteina prodotta dalle cellule colonnari secernenti della prostata. Ha la funzione di fluidificare il liquido extracellulare.
La sua misurazione viene sfruttata come parametro clinico negli esami di screening, in pazienti con più di 50 anni di età. In condizioni normali è minore di 4 µg/dl. Può aumentare in condizioni che portano ad un danneggiamento da parte della ghiandola, per cui le cellule distrutte liberano l'antigene nel sangue.
Gli
aumenti dipendono ovviamente dall'entità del danno. Il PSA aumenta anche nelle
patologie più gravi, come il carcinoma, dove i livelli raggiungono i 20
µg/dl. Quindi i livelli più alti correlano con patologie ancora più gravi.
Vengono valutati il PSA-free e il PSA-index.
Quindi l'antigene prostatico specifico viene prodotto dalle cellule colonnari
secretorie della prostata. Al di sotto dello strato delle cellule colonnari si
trova un secondo strato che è dato dalle cellule basali. Normalmente le cellule
basali fanno una barriera, per cui riducono la quantità di PSA che passa in
circolo in tutte le patologie prostatiche. Quando c'è un danno delle cellule
basali, la loro funzione di barriera viene a diminuire, per cui aumenta la
concentrazione sierica del PSA.
Da quanto suddetto, il PSA non è specifico del carcinoma prostatico ma si può
trovare aumentato in tutta una serie di condizioni sia di tipo patologico sia
di tipo fisiologico.
Vi sono diverse categorie di rischio in base ai livelli di PSA. Se in uno
screening c'è un PSA al di sotto di 4, non viene fatto niente. Se invece vengono
riscontrati valori superiori a 4, il paziente viene sottoposto ad ulteriori
accertamenti.
In quali condizioni il PSA può aumentare? Ci sono delle condizioni fisiologiche:
per cui un aumento avviene durante l'età;
l'antigene può aumentare anche dopo una biopsia, perché ovviamente la biopsia
induce un danno nella prostata. Il danno aumenta il rilascio di PSA in circolo;
allo stesso modo, anche l'esplorazione digito-rettale può essere uno dei
fattori che fanno aumentare il PSA;
anche l'attività sessuale è imputata come causante un aumento del marker.
Il PSA aumenta poi anche in condizioni patologiche, come:
le infiammazioni, tra cui la prostatite;
l'ipertrofia prostatica;
le neoplasie.
Quindi livelli aumentati di PSA non sono indicativi di neoplasia. Vanno fatti ulteriori accertamenti per stabilire quale sia effettivamente il rischio di tumore. Se il PSA è aumentato, si fa l'esplorazione digito-rettale. Se l'esplorazione digito-rettale è positiva, significa che c'è un elevato rischio di carcinoma prostatico. L'esplorazione digito-rettale positiva corrisponde al fatto che la prostata è poco mobile sui piani adiacenti e che ha una consistenza duro-lignea.
E' importante monitorare i cambiamenti del PSA, perché un PSA elevato ma stabile dà un determinato rischio; un PSA elevato ed in aumento corrisponde ad un aumento del rischio. Cioè, se dopo sei mesi il PSA è sempre 5 µg/dl, la patologia non è ingravescente. Se il PSA passa da 5 µg/dl ad 8 µg/dl, ci deve essere un motivo per cui il PSA sta aumentando. Quindi aumenta il rischio che quel paziente abbia una neoplasia. Una delle indagini alternative che può essere sfruttata è la valutazione dell'antigene PCA-3 (Prostate Cancer Antigen-3), mRNA che viene ritrovato nelle urine di pazienti che hanno il carcinoma. Non si può chiaramente fare la diagnosi di carcinoma prostatico se non c'è il conforto della istologia. Però il PCA-3 effettivamente è un valido marker di rischio per il carcinoma prostatico.
L'esame per l'antigene nucleotidico è di biologia molecolare, quindi piuttosto
costoso. Non viene fatto in tutti i laboratori. Però indica quali pazienti di
fatto hanno bisogno di fare nuovamente le biopsie perché sono più a rischio di
altri. PCA-3 è dosabile nelle urine con la rt-PCR, elevato nel carcinoma della prostata
ma non nelle patologie benigne. Per cui ha una specificità superiore
nell'identificare i pazienti con carcinoma prostatico rispetto al PSA, che
invece aumenta in tutta una serie di condizioni, anche non neoplastiche e
anche non patologiche. Per cui, l'utilizzo di questo test dovrebbe servire a
ridurre le biopsie inutili, cioè a fare biopsie su pazienti che effettivamente
non sono a rischio di carcinoma prostatico.
cfr >>
La biopsia prostatica
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